Rivista Letteraria
Quadrimestrale di critica letteraria e cultura varia - Edito e diretto da Giuseppe Amalfitano

Mark Twain e l'isola d'Ischia
Un unico negativo riferimento in "The Innocents Abroad"
Anche Napoli e dintorni nel "mirino" di Mark

di Giuseppe Amalfitano

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Questo citato, se si esclude un piccolo riferimento all'isola vista in lontananza dal Vesuvio e che viene definita "bella", è l'unico riferimento all'isola, che non lo colpì per altro se non per la malvagità del suo albergatore. E poi dice di essersi stancato a morte ma, a detta delle cronache di quei tempi, allora Casamicciola, centro turistico-termale noto in tutto il mondo (addirittura il nome "Casamicciola" era conosciuto molto più del nome "Ischia", n.d.r.) offriva motivo di grande svago per i turisti che ci andavano in vacanza.
Passando oltre proponiamo qualche altro passo de "Gli innocenti all'estetro": "Annunciation is the very last place under the sun. In other towns in Italy, the people lie around quietly and wait for you to ask them a question or do some overt act that can be charged for - but in Annunciation they have lost even that fragment of delicacy; (...) They crowd you - ifest you - swarm about you, and sweat and smell offensively, and look sneaking and mean, and obsequious." "... Torre Annunziata è proprio l'ultimo posto sulla terra(lett. sotto il sole). In altre città d'Italia la gente se ne sta tranquilla e attende che facciate una domanda e chiediate apertamente qualche cosa che possa essere pagata; ma a Torre Annunziata hanno perduto perfino quell'ultimo brandello di delicatezza... vi si affollano intorno, vi infestano, vi sciamano intorno e sudano e puzzano sgradevolmente, e hanno l'aria di essere servili, volgari e ossequiosi..." (4) ed ancora "(...) In this city of Naples, they believe in and support one of the wretchedest of all the religious impostures one can find in Italy - the miraculous liquefaction of the blood of St. Januarius."... in questa città di Napoli credono in una delle più squallide di tutte le imposture religiose d'Italia e la sostengono: la miracolosa liquefazione del sangue di San Gennaro" (5).
Un po' troppo spinto in giudizi personali, forse, per essere un giornalista inviato speciale di vari giornali che dovrebbe limitarsi a raccontare i fatti, non vi pare?

Per quanto riguarda altre nazioni il discorso è diverso. I "pellegrini" sono a Parigi ed ecco alcuni giudizi di Mark: "... No country offers greater security to life and property than France, and one has all the freedom he wants ..." (6) "... nessun'(altra) nazione offre maggiore tranquillità della Francia, per la vita e la proprietà, e si ha tutta la libertà che si desidera ...", poi parla delle opere d'arte di Parigi e la decanta altamente, per concludere che: " ... and so I may as well bid the beautiful city a regret farewell" (7) "... perciò saluterò pure la bella città con un addio ricco di rimpianto" ma...
... Napoli non la saluterà affatto, e ciò è molto significativo.
Certo, il lavoro in linea di massima è ben riuscito e c'è da dire che, al di là del resoconto prettamente giornalistico, quest'opera di Twain la possiamo considerare un vero e proprio testo di Geografia, Antropologia e, in special modo, di Archeologia dei luoghi visitati, tale è la minuzia di particolari raccontata.

Per quel che riguarda il giudizio critico letterario su "Gli innocenti all'estero" la maggioranza dei critici non è tenera con Twain . Ad esempio Frank Baldanza della Bowling Green State University parla di declino stilistico di Mark ne "Gli Innocenti all'estero" e dice testualmente: " A.B. Paine, his biographer, and other critics give a large number of reasons for this decline - the pressure of deadlines, his wife's health, his increasing pessimism, and other such causes. ... in these works there is a failure in the boyish bounce and freshness of reaction that characterize the account of the first European trip ... and in the long anectodes, there is a straining for effect " (8) .B. Paine, il suo biografo, ed altri critici danno un gran numero di ragioni per questo declino - la pressione delle scadenze, la salute di sua moglie, il suo crescente pessimismo, e altre cause simili ...( ma) in questi lavori c'è un insuccesso nella vanagloria infantile e nella ingenuità di reazione che caratterizzano il resoconto del primo viaggio europeo ... e nei lunghi aneddoti c'è una forzatura per raggiungere l"effetto".
Bernard De Voto dice "... era un libro buffo e la parte fondamentale della sua comicità stava nel suo disprezzo per la cultura europea. Questo disprezzo, il semplice fatto di fare dello Humour di questo disprezzo, e la sua frequente esagerazione nel burlesco, producevano un effetto di shock - molte volte piacevole ed in altre spiacevole. Cio nonostante il punto non stava nella provincialità di tale umore, benché egli fosse spesso provinciale, e nemmeno nel suo modo sgraziato, benché egli fosse talvolta sgraziato, ma nella specie di coscienza che essi implicavano" (9).
Insomma quest'opera di Twain, diversa soprattutto nell'impostazione rispetto a
i suoi capolavori, non ha avuto molta fortuna ma ha avuto il pregio di mostrarci il vero carattere del "vero" americano per il quale, al di fuori dell'America, tutto il resto è nulla.

Note
4) Twain, Mark, op. cit. - Vol. II, pag. 14
5) Twain, Mark, op. cit. - Vol. II, Vol. II, pagg. 16-17.
6) Twain, Mark, op. cit. - Vol. II, Vol. I, pag. 123.
7) Twain, Mark, op. cit. - Vol. II Vol. II, pag. 148.
8) Baldanza, Frank , "Mark Twain, an introduction and interpretation", Holt, Rinehart and Winston ed. New York, Chicago, San Francisco, Toronto, London 1961, pag. 61.
9) De Voto, Bernard "Mark Twain's America", Little, Brown, Boston, 1932.

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