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Mark
Twain e l'isola d'Ischia
Un unico negativo
riferimento in "The Innocents Abroad"
Anche Napoli e dintorni nel "mirino" di Mark
di Giuseppe Amalfitano
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Mark
Twain (pseudonimo di Samuel Langhorne Clemens - 1835-1910) giornalista
e scrittore statunitense è autore di importanti romanzi, conosciuti
dal grosso pubblico e soprattutto dai giovani, che sono ispitrati alla
vita del vecchio west e fra essi ricordiamo i più conosciuti:
"The Adventures of Tom Sawyer" (Le avventure di Tom
Sawyer) (1876), "The Prince and the Pauper" ( Il Principe
e il povero) (1882), "Life on the Missisippi" (Vita
sul Missisippi) (1883), "Adventures of Huckleberry Finn"
(Le avventure di Huckleberry Finn) (1885).
Non molto conosciuto è "The Innocents Abroad"
(Gli Innocenti all'Estero) del 1869 che, come ogni altra opera di Mark
Twain, è intrisa di umorismo.
E', certo, diversa dalle altre in quanto si tratta di un diario di viaggio
in cui l'Autore, acutamente (e forse un po' troppo acutamente), descrive
la vita di bordo, i vari caratteri dei crocieristi del "Quaker
City" (così si chiamava il piroscafo che traversava l'Atlantico
con quei pellegrini) e, quel che più importa, dà un quadro
diverso dell'Europa tradizionale, mettendo in evidenza, accanto alle
cose belle, anche quelle cose che non brillano (forse con un po' troppa
esagerazione).
Lo spunto è dato da un viaggio di pellegrini che, per raggiungere
la Terra Santa, girano mezza Europa e visitano le isole dell'Atlantico
(Mark chiama questo viaggio "un pic-nic") con il citato piroscafo
"Quaker City" e lo stesso Mark vi prese parte come inviato
di alcuni giornali americani.
In tanti giorni di viaggio il Twain mette in evidenza, annota e critica
il carattere di ogni pellegrino.
Il piroscafo salpa dal porto di New York il 1° giugno 1867 e tocca
le Azzorre, Gibilterra, costeggia la Spagna e la Francia (da Marsiglia
i pellegrini raggiungono Parigi per prendere parte alla Fiera Universale
(1) ), tocca anche l'Italia: primo porto Genova (da dove si raggiungono
varie città italiane fre cui Milano, Venezia, Firenze) poi Livorno
e Napoli (da cui si parte per Roma).
Il programma prevede una visita alla Corsica ed a Caprera (alla casa
di Garibaldi) ma queste isole non vengono visitate.
Dopo Roma si visitano Pompei ed Ercolano; poi partenza per Palermo e
per la Grecia, per finire in Terra Santa. Di lì, sulla via del
ritorno, si toccano Alessandria d'Egitto, le Bermuda e Madera.
E' interessante notare che il viaggio sul "Quaker City" permise
all'autore di trovare moglie ma in un modo alquanto insolito; leggiamo
ciò che scrive in proposito Carlo Izzo (2): "... strano
episodio invero, tipico d'una natura al tempo stesso fantasiosa e impulsiva.
Il giovane corrispondente di viaggio s'innamorò infatti della
donna che doveva diventare sua moglie, Olive Langdon - che egli avrebbe
in seguito chiamata Livy -, non già incontrandola in carne e
ossa, ma vedendone una miniatura appesa nella cabina del fratello di
lei, il quale faceva parte della comitiva..."
Abbiamo detto che anche questa opera di Twain è intrisa di umorismo
come tutta la sua produzione sia giornalistica che letteraria ma qui
il suo umorismo , ci si passi il termine, è "cattivo":
le sue non sono frecciatine bensì frecciate ben pesanti e quasi
tutte le zone italiane visitate vengono bersagliate dalle "frecciate
twainiane"; l'isola d'Ischia, poi, e le zone vesuviane del napoletano
lasciano un segno negativo nell'Autore.
Il giudizio del "pellegrino" Twain sull'isola dù'Ischia
e Casamicciola in particolare è molto eloquente: "... Then
we went to Ischia, but I had already been to that island and tired myself
to death "resting" a couple of days and studying human villainy,
with the landlord of the Grande Sentinelle for a model." "...
Poi ci recammo a Ischia, ma ero già stato in quell'isola, e mi
stancai a morte "riposandomi" per un paio di giorni e meditando
sulla malvagità umana con il proprietario del "Grande Sentinella"
per modello" (3).
Note
1) A quella Esposizione
Universale di Parigi partecipò e fu premiato anche don Giuseppe
Candido, inventore della Pila Candido (che fu esposta in quella
Fiera Universale del 1867), una pila rivoluzionaria per quei tempi e
forse anche per i nostri tempi, che dette onore e gloria al sacerdote
leccese che ottenne dal Giurì Internazionale la Prima delle menzioni
onorevoli accordata all'Italia in quella esposizione per la classe "elettricità".
Monsignor Giuseppe Candido nel 1888 divenne vescovo di Ischia e vi rimase
fino alla sua morte avvenuta nel 1906. Le sue spoglie, già conservate
nella Cappella del Capitolo Cattedrale nel Cimitero di Ischia, nel 2000
sono state traslate nella Chiesa Cattedrale del capoluogo isolano.
2) Izzo, Carlo La Letteratura Nord-Americana, Firenze-Milano
1967, pag. 344.
3) Twain, Mark, "The Innocents Abroad or The New Pilgrims' Progress"
- Harper & Brothers Publishers, New York and London, 1911, Vol.
II, pag. 27.
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