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A
venti anni dalla morte "Rivista Letteraria" ricorda il grande
poeta anglo-americano
W. H. Auden
di
Giuseppe Amalfitano
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Il
29 settembre 1993 ricorrerà il ventesimo anniversario della morte
di Wystan Hugh Auden che negli anni cinquanta ha caratterizzato la vita
culturale dell'isola d'Ischia avendo trascorso lunghi periodi di soggiorno
a Forio e frequentato per anni il Bar Internazionale di Maria Senese,
noto ritrovo di artisti, scrittori e uomini di cultura fino a non molti
anni or sono.
Auden
chiuse la sua stagione terrena sabato 29 settembre 1973, nelle prime
ore del mattino, in una stanza d'albergo di Vienna, per "collasso
cardiaco" come sentenziò il 2 ottobre una commissione d'inchiesta;
ma c'è da dire che Chester Kallman, suo inseparabile amico, contestò
l'ora della morte del poeta.
I
suoi funerali, (di cui parleremo diffusamente in un prossimo nostro
lavoro) furono officiati, contemporaneamente, nei riti Cattolico e Anglicano
e si svolsero a Kirchstetten , un sobborgo 29 miglia a ovest della capitale
austriaca, dove dal 1958 (anno in cui lasciò Forio) lo scrittore
viveva in una casa di campagna con Chester Kallman e dove venne sepolto
(per suo espresso desiderio) il 4 ottobre dello stesso anno (nel piccolo
cimitero del villaggio), alla presenza di rappresentanti ufficiali di
tre delle quattro nazioni (Inghilterra, Stati Uniti d'America, Italia
e Austria) in cui era vissuto e che egli aveva tanto amato; mancava
solo un rappresentante dell'Italia.
W.H. Auden, grande poeta anglo-americano ma anche grande commediografo
e librettista di opere liriche nonché uomo di profonda cultura
nacque a Boothan, York il 21 febbraio 1907 (e quindi alla sua morte
aveva 66 anni). Compì i suoi studi a Oxford ma a 32 anni, nel
1939, si trasferì negli Stati Uniti e ne assunse anche la cittadinanza.
Negli
anni cinquanta (come già accennato precedentemente), fino al
1958 visse l'estate e l'autunno di ogni anno a Forio d'Ischia ( per
la maggior parte degli anni in una villa in via Santa Lucia numero 12
di proprietà di un certo sig. Monte che il poeta ha anche citato
nell'ultima sua lirica scritta in Italia dal titolo Good Bye to the
Mezzogiorno (1) ) sempre in compagnia di Chester Kallman.
Note:
1) W.H. Auden - Good-Bye to the Mezzogiorno
(poesia inedita e versione italiana di Carlo Izzo) - "All'insegna
del pesce d'oro" editrice, Milano, MCMLVIII, pp. 14 (con testo
a fronte)
In una sorta di introduzione intitolata Occasione
il prof. Carlo Izzo (notissimo anglista nonché docente universitario)
scrive: "Ebbi l'originale dattiloscritto di questa poesia dalle
mani di W.H. Auden il 23 settembre di quest'anno (1958, n.d.r.). M'aveva
telefonato a casa, e non c'ero. Avvertito, ebbi la fortuna di trovarlo,
a fiuto, nel primo luogo dove andai a cercarlo. Parlava con alcune
persone. S'alzò di scatto; dopo un festoso saluto, tolse di
tasca e mi cacciò in mano due fogli dattiloscritti: E' da
tradurre!, e m'invitò a colazione per il giorno dopo. Lessi
i versi più volte, attraversando pian piano Piazza San Marco,
e mi piacquero; mi piacquero molto. La sera la traduzione era già
fatta, così che il giorno dopo, a colazione, potei mostrargliela.
Mi chiarì alcuni punti, che io chiarirò a mia volta
più avanti, ed ebbe la bontà di dedicarmi la poesia.
A quel che pare, W. H. Auden ha rinunciato alla
sua casa di Forio d'Ischia per una casa che s'è comperata in
Austria. Ce ne rammarichiamo, ma questo saluto, pur con qualche punzecchiatura,
è affettuoso, e ci rallegra il pensiero che gli italiani del
mezzogiorno abbiano saputo dare al poeta qualche ora, come egli riconosce,
di Felicità".
Per quel che riguarda il Sig. Monte la lirica
recita: "...Devo proprio andarmene, ma me ne vado grato (perfino
a un certo Signor Monte) ..." e Carlo Izzo a pagina 13 chiarisce
"Un certo Signor Monteù" era il padrone di casa dell'Autore,
il quale, a quel che sembra, non ebbe a lodarsene; tuttavia, come
parte d'un tempo felice, è grato anche a lui".
Anche Nino d'Ambra, legale di Auden negli anni
ischitani, parla diffusamente del sig. Monte in un lavoro dal titolo
"Il mio ricordo del poeta Auden " pubblicato in Rivista
Letteraria anno VI, numero doppio 2/3 del 1984, pagg. 11-17 e
dice, tra l'altro,:
"... Il secondo incarico professionale
che ebbi da Auden fu quello di affrontare (è il caso) il sig.
Monte, per l'esattezza Giulio, di Addio al Mezzogiorno, padrone
di casa dove aveva vissuto negli ultimi anni a Forio d'Ischia (...)
I termini della vertenza erano semplici: Auden avrebbe lasciato la
casa nell'estate del 1958 e cioè prima della scadenza del contratto,
per cui Giulio Monte, il proprietario, voleva essere pagato anche
per il periodo in cui il Poeta non avrebbe usufruito dell'appartamento.
Già da tempo i rapporti tra i due non erano dei più
cordiali, soprattutto perché il Monte per ogni sciocchezza
andava dall'inquilino a reclamare (...) Sono convinto che quella esperienza
nuova lo divertiva. Forse è lì la spiegazione della
sua gratitudine perfino al sig. Monte di Addio al Mezzogiorno,
poesia scritta a circa un mese da quegli avvenimenti ...".
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Rivista Letteraria n. 1/1993
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