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A
venti anni dalla morte "Rivista Letteraria" ricorda il grande
poeta anglo-americano
W. H. Auden
di
Giuseppe Amalfitano
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Nel
1938 pare che avesse sposato Erika Mann, figlia del grande scrittore
Thomas Mann, solo per procura per permetterle di ottenere la cittadinanza
americana, ma a questo proposito i pareri dei biografi sono discordi
e Maria Senese del Bar Internazionale di Forio, da noi intervistata
anni or sono, si dichiarava certa che lo scrittore anglo-americano non
fosse sposato (2).
La
produzione letteraria di Auden è molto ricca e spazia dalla poesia
alla drammaturgia, alla critica letteraria. Le sue principali opere,
in ordine cronologico sono: Poems (1930), The Orators
(1932), The dance of death (1933), Look, stranger (1936),
Another time (1940), For the time beeing (1944), Nones
(1951), About the house (1966).
Nel
1947 pubblicò L'età dell'ansia da cui prese il
nome quella parte della storia della letteratura inglese del '900 che
parte dal dopoguerra e che comprende gli anni cinquanta.
Interessante
pure la figura di Auden librettista d'opere liriche. Il suo lavoro più
significativo in questo campo è il libretto dell'opera lirica
The Rakes progress (conosciuta in Italia come La carriera
di un libertino) che scrisse in collaborazione con Chester Kallman
per la musica del grande Igos Stravinsky. La prima di quest'opera avvenne
a Venezia, al Teatro La Fenice, l'11 settembre 1951. Uno dei personaggi
principali di questo lavoro, Babà la Turca, fu ispirato ad Auden
dalla citata Maria Senese del Bar Internazionale di Forio (sotto il
cui pergolato il poeta trascorse ore felici durante i suoi soggiorni
all'isola d'Ischia), sopravvissuta di qualche anno a Auden stesso (3)
.
In
collaborazione, invece, con Christopher Isherwood scrisse The ashent
of F6, una tragedia in due atti del 1936 (4) in cui evidenti sono
i riflessi del suo pensiero sociale (Auden era membro del Partito Comunista;
si allontanò, però, da quell'idea politica dopo la seconda
guerra mondiale).
Per
quel che riguarda la poesia, si può dire che la poesia di Auden
è, in linea generale, una poesia difficile, che spesso
mostra il tormento di un personaggio sui generis che visse una
vita privata molto movimentata e che lo portò, specialmente durante
gli anni ischitani, a contatto con persone interessate solo a trarre
profitto dalla sua amicizia magari "cavandogli soldi dalla tasca"
(5). Ma furono quelli, forse, gli anni più belli della sua vita,
quegli anni che Auden ha sempre ricordato volentieri e il cui ricordo
egli ha portato nella fredda tomba di un freddo sobborgo di Vienna,
Sebbene
sia impossibile ricordare
sempre con esattezza perché si sia stati felici,
non ci si dimentica di esserlo stati (6).
Note
2) Giuseppe Amalfitano, Auden nel ricordo di Maria
- Fatti inediti sugli anni passati ad Ischia dal poeta e scrittore
anglo-americano in Rivista Letteraria, anno II, numero 1, febbraio/maggio
1980, pagg. 3-4.
" (...) A questo punto la interrompo: "Maria,
che sa del matrimonio del poeta, avvenuto nel 1938, con Erika Mann,
figlia del grande Thomas Mann?".
E lei prontamente ribatte: "No, non è
vero; signor Auden non mi ha mai detto di essere sposato" (...)
3) cfr. Giuseppe Amalfitano, op. cit., pagg.
3-4.
4) Per notizie più dettagliate cfr. Caterina
Calcagnile, The Ashent of F6 di W. H. Auden - Analisi critica dei
personaggi in Rivista Letteraria, anno I, numero 1, febbraio/maggio
1979, pagg. 5-12.
5) cfr. Giuseppe Amalfitano, op. cit., pag.
3 "(...) In casa - continua la signora - non ci stava quasi mai
anche perché il proprietario ... non lo vedeva di buon occhio
a causa delle sue tendenze poco ortodosse che lo portavano a ricevere
in casa giovani disposti solo a cavargli soldi. (...)".
6) W. H. Auden, Good-bye to the Mezzogiorno
(1958), sono i tre versi finali "... though one cannot always/Remember
exactly why one has been happy, /There is no forgetting that one was
". Nostra versione.
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Rivista Letteraria n. 1/1993
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