DON  FORTUNATO  PEZZUTO
Il primo parroco della nuova parrocchia di S. Maria Goretti di Frigole

Il 23 ottobre 1955 Mons. Francesco Minerva, Vescovo di Lecce, eresse una nuova parrocchia che andava a inglobare tutto il territorio dell'Azienda di Frigole dell'"Ente Riforma Fondiaria" (facente parte del comune di Lecce) e comprendeva tre borgate principali: Frigole, sede della parrocchia, Borgo Piave (con la chiesa di S. Antonio di Padova) e Borgo Grappa, detto anche Case Simili o Case Simini (con una chiesetta ricavata in uno stabile dell'Ente Riforma) e inglobava pure una notevole striscia di spiaggia di parecchi chilometri. In tutto, forse, poco più di settecento anime, considerando che da un rilevamento ufficiale del 1965 (Annuario Ecclesiastico della Diocesi di Lecce) le anime ammontavano a quella data a 827.
Primo parroco fu nominato don Fortunato Pezzuto di Carmiano (Lecce) che però proveniva da Oria, dove era stato a diretto contatto con il vescovo di quella diocesi , Mons. Almerico Semeraro.
Era giovanissimo e di bell'aspetto ma soprattutto aveva tanta voglia di lavorare e di darsi da fare per tutti gli abitanti della parrocchia, da troppo tempo abbandonati a se stessi sia a livello sociale che religioso.
Del suo ingresso in parrocchia ho, purtroppo, un ricordo alquanto sbiadito ma ciò che ricordo bene è l'immensa folla che si accalcava dentro la minuscola chiesetta di S. Antonio di Frigole (da non confondere con quella di Borgo Piave) ed anche fuori dalla Chiesa; ricordo pure che era di sera.
Don Fortunato prese alloggio, con la sua famiglia, in un bell'appartamento situato nel centro di Frigole, tra la chiesetta di S. Antonio e il grande deposito-cantina dell'Ente Riforma che sarebbe stato di lì a poco trasformato in chiesa parrocchiale.
Ed ecco perché la chiesa di Frigole è l'unica, tra quelle pubbliche che ho visto finora, ad avere un tetto a volta (residuato della vecchia cantina) ad appena 4 o 5 metri dal suolo, più simile ad una vecchia casa che ad un luogo pubblico di culto. Comunque è bella lo stesso con le sue tre navate parallele. Notevole è pure il complesso immobiliare fin da allora messo a disposizione della parrocchia dal solito "Ente Riforma" (che, dopo essere passato alla Regione Puglia ed aver cambiato vari nomi, dalla fine di aprile del 1993 non esiste più in quanto messo in liquidazione dalla stessa regione).
Dunque cominciava a funzionare la parrocchia con tutte le sue attività e don Fortunato capì che, prima fra tutte, doveva dare vita all'Azione Cattolica e il movimento cattolico partì subito con persone di impegno elevato e molto si fece per la zona di competenza della parrocchia; insomma l'Azione Cattolica pareva essere come un piccolo comitato di quartiere che portava a Lecce (sede del comune) tutte le istanze dei cittadini di Frigole, Borgo Piave e zone limitrofe.
Fra i vari Presidenti parrocchiali ricordo: Pietro Alfarano, Paolo Rossetti, Fernando Rossetti (per i giovani), Alessandro Sicuro, Uccio Ubaldo, Santo Parente, Nino Amato e, come detto prima, tanti altri di cui ricordo il volto ma non più il nome. Io, comunque, che sono stato sempre tesserato fino a quando ho lasciato Borgo Piave negli anni ottanta, ho il grande cruccio di non essere mai stato preso in considerazione da nessuno dei parroci succedutisi per un sia pur modesto incarico nell'Azione Cattolica parrocchiale e, avendo sempre fatto tanto per il movimento, devo confessare che "da giovane" ne ho sofferto molto in quanto, come tutti i giovani, volevo emergere e oggi, a dire il vero, mi rendo conto che queste sono solo stupidaggini giovanili e niente più anche se un certo "amaro in bocca" resta comunque.
Una cosa che ricordo bene del ministero parrocchiale di don Fortunato a Frigole sono le cosiddette "processioni rogazionali" che erano seguitissime dai contadini del luogo e tutti partecipavamo per far sì che, grazie alle nostre preghiere, potesse giungere finalmente la tanto agognata pioggia. E, ci si creda o meno, la pioggia arrivava quasi sempre puntuale dopo queste processioni.
Gli abitanti di Frigole, Borgo Piave e zone limitrofe, fino alla creazione della parrocchia, quasi certamente non avevano mai visto il proprio vescovo; fu grazie alle cresime che si tenevano in parrocchia in maggio/giugno, che finalmente cominciammo a conoscerlo di persona. Era sempre un grande avvenimento: arrivava da Lecce con un'automobile scura di grosso prestigio (forse una Lancia?) ed in pompa magna faceva il suo ingresso dal portone principale, seguito da alcuni canonici, dal suo segretario don Gaetano Quarta (un giovane sacerdote, a dir delle donne del luogo, molto attraente!), da vari seminaristi e da don Fortunato, molto teso ma soddisfattissimo.
I marinai di Borgo Piave, anch'essi in pompa magna, erano quasi sempre accompagnati dai sottufficiali, tra cui mio padre, e dal comandante del distaccamento. La presenza dei giovani marinai era eccitante per tutte le ragazze del luogo e gli stessi si davano da fare per corteggiarne qualcuna: era una delle poche occasioni per entrambi i sessi di incontrarsi e fare nuove amicizie e ... quanti matrimoni si sono fatti tra marinai e ragazze del luogo!
Un personaggio che partecipava sempre a queste feste era Antonio, un gelataio di origine greca, che col suo carrozzino a motore, partendo da Lecce, toccava tutte le sperdute masserie e, nei giorni di festa, vendeva i gelati accanto alla chiesa. Era per molti ragazzini di allora l'unica occasione di gustare un gelato fresco in un cono di ostia.
Che anni! Che gioia! Che pace! Il tutto con le tasche semivuote dei grandi e vuotissime dei bambini; c'era tanta fame! c'erano tanti problemi ma ci si voleva tanto bene come non si fa più oggi; ma il discorso sulla Borgo Piave o sulla Frigole di oggi preferisco non affrontarlo in quanto macchierebbe il meraviglioso ricordo che ho della zona negli anni in cui ci sono vissuto.