Rivista Letteraria
Quadrimestrale di critica letteraria e cultura varia - Edito e diretto da Giuseppe Amalfitano

Uno scrittore cattolico tutto da scoprire
REINHOLD SCHNEIDER

di Raffaele Zilli

Morto ormai da un ventennio, anche se ancora, si può dire, giovane, Reinhold Schneider (1903-1958) è stato scoperto in Germania un po' in ritardo, forse, rispetto alla sua possente concezione artistica; ed è purtroppo ancora quasi del tutto sconosciuto in Italia.
Dopo la sua scoperta, è stato avvicinato alla fama letteraria di un altro grande della letteratura contemporanea: Thomas Mann.
Già in passato comunque si era parlato di "dioscuri", anche se a volte il reciproco temperamento artistico è stato diametralmente opposto. Come per esempio Gottfried von Strasburg e Wolfram von Eschenbach; Lessing e Klopstock; Goethe e Schiller.
E come scrive la Gertrude Adolf-Altenberg, "anche nell'epoca moderna vi sono due grandi che rappresentano, ognuno nel suo modo e nel suo ambiente artistico e culturale, l'arte poetica tedesca degli ultimi tempi: Thomas Mann e Reinhold Schneider".
Colto umanista cattolico, Schneider ha scritto biografie e racconti tratti per lo più dalla storia europea, con particolare interesse e predilezione per quella spagnola e portoghese.
Nelle diverse monografie, negli svariati racconti e nei precisi quadri storici, egli ci ha rappresentato lo smembramento del continuo dissidio europeo nelle sue multiformi ramificazioni religiose, politiche, sociali ed innanzi tutto nazionali. Dal non lungo arco di tempo della sua vita si può constatare il periodo storico-politico nel quale egli ha vissuto la sua formazione artistica.
Il Nazionalsocialismo concedeva ben poco spazio alla cultura in generale, ne favoriva, anzi e solamente, quella cosiddetta "statale", corrispondente, è chiaro, ai programmi e agli scopi teorici e pratici dell'unico "Partito" esistente in Germania: N.S.D.A.P.
Costretto quindi all'obbligato silenzio per tanti anni, si è espresso in quella che viene definita la "letteratura del dopoguerra", essendo stato chiaramente uno dei rappresentanti, insieme a molti altri, della "Innere Emigration", come lo si può scoprire dalle varie lettere. Anzi i suoi sinceri e risoluti sentimenti di una morale e religiosa resistenza cristiana gli valsero l'accusa, prima della fine della guerra mondiale, di alto tradimento davanti al popolo tedesco. Nel temporale contrasto fra Cristianesimo e Germanismo preferì il primo per essere forse stato figlio di madre cattolica ed infatti nel 1938 dichiarò di appartenere ufficialmente alla Chiesa cattolica secondo le cui concezioni trattava LA STORIA.
Dopo le calamità della seconda duerra mondiale svanì in Germania quel dissidio, anche se rimase viva la diversa professione di fede tra cattolici e protestanti. Vi fu comunque una vigorosa ripresa religiosa, cercando per tanti motivi, a volte anche politici, di esaltare, perfettamente d'accordo, la comune Croce di Cristo sapendo certamente che il più lieve screzio poteva essere controproducente sia per l'una che per l'altra professione.
Interessanti i volumi "Macht und Gnade" (1940) e "Das Erbe im Feuer" (1945) in cui c'è già una precisa allusione all'atmosfera dell'epoca.
Con molta chiarezza umana e viva fede, l'Autore espone nelle sue opere storiche più famose il centro metafisico del divenire storico umano. Come in "Das Inselreich" (1936), "Philiph II" (1930), "Die Leiden des Camoes" (1930) e una delle più riuscite: "Las Casas von Karl V" (1938). Quest'ultimo racconto in particolare narra le alterne vicende e traversie, nell'età dei Conquistadores, del Padre Domenicano che nel Messico si meritò il soprannome di "Padre degli Indios" avendo osato sfidare persino l'imperatore Carlo V, la cui potenza su quei confini, sui quali non tramontava mai il sole, avrebbe fatto tremare e annientato chiunque. Il Domenicano invece ebbe il coraggio di richiamarlo ai suoi doveri di Re e Difensore della Fede e della Giustizia.
Nel divenire storico dunque Schneider ha cercato dappertutto le tracce della divinità e ha perseguito l'opera della potenza soprannaturale nel destino e nella vita dell'uomo.
Le sue novelle storiche, come anche i suoi saggi storico-letterari e critico-letterario-culturali (di cui ormai si era rivelato maestro, pur nella non lunga esperienza di vita), sono univocamente posti sotto il segno della Croce, indicandone agli uomini, e sempre anche all'ultimo momento, la possibilità di rivolgersi al Dio infinitamente buono ("Verhüllter Tag" (1956) e "Winter in Wien" (1959). Egli è in continua, e a volte spasmodica, ricerca della realizzazione della provvidenza divina sulla Terra, indicando appunto la via dell'Eterno nel divenire terreno, cioè umano.
Anche le poesie di Schneider, composte in un linguaggio ricercato e preciso esprimono la sua bontà e sensibilità d'animo e le stesse idee di ferma fiducia e umile fede nell'Eterno.
"Die Letzen Tage" sono, per esempio, alcune delle sue liriche più belle e testimoniano l'atmosfera di guerra, frutto tipico della Stimmung che si viene a creare; queste liriche sono raccolte e religiosamente ispirate, a volte di tono profetico e con accenti di una religiosità quasi mistica.
Anche nei racconti "Der fünfte Kelch", "Das getilgte Antlitz" in Nostro ha trattato sostanzialmente figure e immagini storiche, che si muovono in un'atmosfera di tempo alquanto difficile per la Chiesa cattolica. Figure di grandi credenti e di regnanti poste di fronte a difficili problemi religiosi e morali, con situazioni drammatiche, da cui ne ha ricavato un dialogo religioso spontaneo e chiarificatore.
E ciò affinché l'uomo possa sopportare il suo destino ... anzi lo stesso Schneider diceva in un suo scritto: "Mein ganzes Bestreben war, ein paar Worte zu finden, die den Menschen helfen könnten, das Unabweisbare zu tragen" (Tutto il mio sforzo consisteva nel trovare alcune parole, che potessero aiutare l'uomo nel sopportare l'inevitabile).
E con certezza aspirava alla ricerca di un progetto di una Europa unita, mentre chiariva allora idee e contraddizioni del Reich (il grande inizio e il suo completo disfacimento, il suo punto contraddittorio e il testamento risultante) a tutti i popoli della Terra. Egli ha sentito l'impulso religioso, giudicato e criticato la tendenza al Buio, al Male, lasciando crescere in se la disposizione letteraria e la necessità storica di far rivivere disusate istituzioni e potenze decadute della vecchia Europa, per compararle con la propria epoca. La ricerca di un equilibrio, di un'armonia interiore causavano la sua inquietudine e il suo desiderio, a volte impetuoso, di conoscere l'unità tra l'intima brama verso le cose celesti e l'intimo piacere verso le cose terrene. In realtà le sue opere manifestano la continuità del pensiero, indicano l'imperturbabile contegno della via intrapresa e rivelano l'unico grande oggetto di ricerca, faro sempre di eterna luce: il testamento dell'eredità romana e occidentale e la fatalità del mondo europeo.

"Auguriamo ai Tedeschi bisognosi di una buona letteratura edificante molti scrittori simili a Schneider ..." consiglia il nostro grande studioso di letteratura tedesca, il Mittner.
Crediamo giusto estendere tale onesto consiglio anche ad altri popoli.

Nota:

Per approfondimento indichiamo i seguenti testi:
Von Balthasar, Hans Urs - "Reinhold Schneider" Verlag, Jacob Hegner, Köln und Ulten, 1953.
Rast, Josef "Der Widerstruch. Das Doppelte Antlitz des Reinhold Schneider" Verlag, Jakob Hegner, Köln und Ulten, 1959.

--------------------------------------
Rivista Letteraria anno I n. 1/1979

SU